sabato, aprile 07, 2007

Aggiunta teorica al capitalismo vincolato

Si deve imporre un ulteriore vincolo sul massimo profitto che un capitalista puo' ottenere: il restante del profitto deve essere ridistribuito tra i salariati che lavorano nella società commerciale che ha dato suddetto profitto se non viene reinvestito in azienda per beni materiali, servizi o innovazione tecnologica .

Etichette:

Il proletariato di oggi


Con il termine proletariato si intende comunenmente quella parte della popolazione che povera e indiginte non possiede altro che la propria prole. La prole,infatti, un tempo era l'unica cosa che non distingueva una classe sociale dall'altra perchè anche i più poveri potevano in qualche modo sfamare i propri figli facendoli lavorare duramente fin da fanciulli nei campi o in altre realtà semplici. La semplicità della vita di allora, se pur durissima, accumunava molta parte della società.

Fino a pochi decenni fa tale parola corrispondeva ad una realtà di fatto ma oggi si può dire la stessa cosa?

Ora la società è organizzata e competitiva in ogni ambito: sopravivvere con semplici mezzi non è più possibile perche' quei lavori di un tempo svolti in modo autonomo dal singolo sono ora svolti da aziende che possono offrire al mercato gli stessi prodotti (spesso pure prodotti migliori di un tempo) a costi inferiori. La società si è evoluta ponendo al centro di essa le organizzazioni commerciali e non più il singolo uomo. Tale fenomeno sociale legato al processo di industrializzazione ha aumentato il tenore medio di vita della popolazione a danno,pero, di altri che sono rimasti indigenti e senza più neppure quelle possibilita' di soppravivenza presenti un tempo nell' artigianato e nell'agricoltura. Ora chi è povero si trova in uno stato sociale differente dalla maggioranza e difficilmente può trovare una strada percorribile per uscire da quella situazione.

Le organizzazioni commerciali hanno fatto si' che la offerta di prodotti nel mercato fosse sempre più diversificata e complessa: la domanda a sua volta a seguito questo trend portando inevitabilmente a modi di vita assolutamente differenti da un tempo. Questo gap tra il modo di vivere di oggi ripetto a quello di un tempo è legato solo alla possibilità di possedere oggetti materiali e mezzi che la società stessa produce. E' banale intuire che in questo stato delle cose si p crei un circolo vizioso che produca da un lato un aumento del gap sopracitato nel tempo e da un altro lato una sempre più evidente disparità nei modi di vivere di chi è povero da chi è ricco.

Vivere al giorno d'oggi è diventato sempre più alienante: la maggior parete della giornata è occupata a lavorare in una azienda come salariato mentre il resto del tempo è occupato a comperare o a consumare quei prodotti che mantengono il nostro tenore di vita tale.

Tutto è diventato un bene materiale pure la prole. Tale situazione inevitabilmente ha cambiato anche il valore che oggi si può dare al termine proletariato. Chi ha prole oggi deve poter assicurare,per lo meno, il medesimo tenore di vita ai propri figli dal momento che il livello medio di vita non solo tende ad elevarsi sempre più ma rappresenta quel sopracitato gap che fa la differenza tra chi vive entro il sistema della società di oggi evoluta e chi ne è fuori, i derelitti.

Oggi il proletariato non è rappresentato più da chi ha solo la prole perchè non puo' avere altro bene ma bensi' l'opposto: da chi puo' possedere molti beni e quindi può possedere pure la prole.






Etichette:

© 2005- - tutti i diritti riservati
Statistiche web e counter web