Il grande errore dell' occidente
Il mondo in questi ultimi anni sta cambiando sotto gli occhi di tutti. A volte ho la sensazione di vedere la storia da un oblò correre accelerata verso il futuro ed io ...di non farne parte. Ma cosi' non è , purtroppo.
Lo sviluppo sociale e industriale dei paesi emergenti e più popolosi quali India,Cina,... è vertiginoso ma non sistematico: l'industria e la società in quei paesi si sviluppa regole importanti quali quelle relative alle protezioni sociali per le classi operaie, alle leggi per uno sfruttamento biocompatibile dell' ambiente,ecc.
Non a caso, dagli ultimi studi, la Cina risulta il paese più inquinato del pianeta e nel quale sono a rischio di estinzioni sempre nuove specie vegetali e animali.
Come se cio' non bastasse, allo sviluppo esponenziale della produzione di tali paesi fa seguito un aumento dello sfruttamento delle risorse del pianeta(petrolio,minerali,legname,risorse ittiche,...).
Molte persone sono convinte che il forte aumento di prezzi di alcune risorse naturali quali il petrolio sia solo momentanea e dovuta alla semplice e sola speculazione delle società estrattrici, ma cosi' non è: la speculazione è solo una causa minore a mio avviso, la reale causa è l'aumento vertiginoso delle rischiesta di tali risorse.
I cambiamenti del clima sono oramai sotto gli occhi di tutti, anche dei non esperti ma la società non sembra rispondere in modo adeguato alle necessità di cambiamento che la situazione dovrebbe imporrre. Tutto sta procedendo con indifferenza generale in nome del dio denaro, in nome del benessere conquistato, convinti che una soluzione a tutti questi problemi si troverà ....
Beh io non credo nella manna dal cielo! In ogni caso,anche se si trovasse fra soli vent'anni una soluzione miracolosa per i problemi sopra introdotti, sono convinto che non potrebbe risanare tutto cio' che fino a quel momento sarà stato fatto.
Uno dei motivi per cui non credo in soluzioni miracolose è il fatto che tutte queste problematiche hanno una origine "strutturale" insita nelle dinamiche sociali del pianeta.
Il sistema capitalistico si sta espandendo ovunque , anche ove prima non si lasciava sviluppare per permettere ai paesi occidentali di sfruttare egoisticamente le risorse umane e materiali di tali nazioni povere.
Ora i legami di forza tra continenti e tra le nazioni stanno cambiando: nuovi capitalismi stanno nascendo e si stanno rinforzando prioprio in quei paesi poveri ma estremamente popolosi che sono tali anche perchè sono stati lasciati per lungo tempo in passato senza conoscenze tecnologiche e senza prospettive di sviluppo.
Come succede anche nelle relazioni umane e nelle leggi della fisica, chi forza le cose per troppo tempo in una direzione conduce piano piano lo stato delle cose medesime ad opporsi con sempre maggiore vigore alla forza che origina tale disequità sino alla nascita di un nuovo ordine delle cose.
Ma allora è giusto cio' che sta succendo a livello macro-economico? La mia risposta è si, ma il nuovo stato delle cose che nascerà sara' disastroso per il mondo intero se non si cambiano i vincoli entro i quali l'economia si deve muovere.
L'utilizzo su grande scala di manodopera e tipologie di produzione industriale a basso costo nasconde problemi grossissimi: la legge economica della massimimizzazione dei profitti e della miminimizzazione dei costi porterà inevitabilmente a vincere quelle industrie che sfruttano i lavoratori e producono merci senza garanzie, senza adeguati controlli sui modi di produrre.
Questa tendenza se non verrà cambiata porterà probabilmente a rivoluzioni proletarie.
Non credo che i principi del capitalismo siano errati e debbano essere cambiati come crede il pensiero comunista ma credo semplicemente che dobbiamo passare da un sistema dimanico senza vincoli ad un sistema dinamico vincolato. Credo sia questa la soluzione di molti problemi odierni. Deve nascere un nuovo ordine di idee a livello globale che forzi il capitalismo a muoversi entro un ambito piu' stretto: un ambito che non leda in nessun modo la dignità umana in nome del "progresso", nè danneggi l'ambiente considerandosi padrone di tutto cio' che lo circonda. L'uomo spesso distrugge animali,piante ed ecosistema per un progetto tecnologico qualsiasi senza pensare che la tecnica contentuta in quel progetto è infinitamente più semplice e primitiva rispetto a quella che la natura stessa ha intrisicamente entro il suo essere ed entro il suo divenire.
Lo sviluppo sociale e industriale dei paesi emergenti e più popolosi quali India,Cina,... è vertiginoso ma non sistematico: l'industria e la società in quei paesi si sviluppa regole importanti quali quelle relative alle protezioni sociali per le classi operaie, alle leggi per uno sfruttamento biocompatibile dell' ambiente,ecc.
Non a caso, dagli ultimi studi, la Cina risulta il paese più inquinato del pianeta e nel quale sono a rischio di estinzioni sempre nuove specie vegetali e animali.
Come se cio' non bastasse, allo sviluppo esponenziale della produzione di tali paesi fa seguito un aumento dello sfruttamento delle risorse del pianeta(petrolio,minerali,legname,risorse ittiche,...).
Molte persone sono convinte che il forte aumento di prezzi di alcune risorse naturali quali il petrolio sia solo momentanea e dovuta alla semplice e sola speculazione delle società estrattrici, ma cosi' non è: la speculazione è solo una causa minore a mio avviso, la reale causa è l'aumento vertiginoso delle rischiesta di tali risorse.
I cambiamenti del clima sono oramai sotto gli occhi di tutti, anche dei non esperti ma la società non sembra rispondere in modo adeguato alle necessità di cambiamento che la situazione dovrebbe imporrre. Tutto sta procedendo con indifferenza generale in nome del dio denaro, in nome del benessere conquistato, convinti che una soluzione a tutti questi problemi si troverà ....
Beh io non credo nella manna dal cielo! In ogni caso,anche se si trovasse fra soli vent'anni una soluzione miracolosa per i problemi sopra introdotti, sono convinto che non potrebbe risanare tutto cio' che fino a quel momento sarà stato fatto.
Uno dei motivi per cui non credo in soluzioni miracolose è il fatto che tutte queste problematiche hanno una origine "strutturale" insita nelle dinamiche sociali del pianeta.
Il sistema capitalistico si sta espandendo ovunque , anche ove prima non si lasciava sviluppare per permettere ai paesi occidentali di sfruttare egoisticamente le risorse umane e materiali di tali nazioni povere.
Ora i legami di forza tra continenti e tra le nazioni stanno cambiando: nuovi capitalismi stanno nascendo e si stanno rinforzando prioprio in quei paesi poveri ma estremamente popolosi che sono tali anche perchè sono stati lasciati per lungo tempo in passato senza conoscenze tecnologiche e senza prospettive di sviluppo.
Come succede anche nelle relazioni umane e nelle leggi della fisica, chi forza le cose per troppo tempo in una direzione conduce piano piano lo stato delle cose medesime ad opporsi con sempre maggiore vigore alla forza che origina tale disequità sino alla nascita di un nuovo ordine delle cose.
Ma allora è giusto cio' che sta succendo a livello macro-economico? La mia risposta è si, ma il nuovo stato delle cose che nascerà sara' disastroso per il mondo intero se non si cambiano i vincoli entro i quali l'economia si deve muovere.
L'utilizzo su grande scala di manodopera e tipologie di produzione industriale a basso costo nasconde problemi grossissimi: la legge economica della massimimizzazione dei profitti e della miminimizzazione dei costi porterà inevitabilmente a vincere quelle industrie che sfruttano i lavoratori e producono merci senza garanzie, senza adeguati controlli sui modi di produrre.
Questa tendenza se non verrà cambiata porterà probabilmente a rivoluzioni proletarie.
Non credo che i principi del capitalismo siano errati e debbano essere cambiati come crede il pensiero comunista ma credo semplicemente che dobbiamo passare da un sistema dimanico senza vincoli ad un sistema dinamico vincolato. Credo sia questa la soluzione di molti problemi odierni. Deve nascere un nuovo ordine di idee a livello globale che forzi il capitalismo a muoversi entro un ambito piu' stretto: un ambito che non leda in nessun modo la dignità umana in nome del "progresso", nè danneggi l'ambiente considerandosi padrone di tutto cio' che lo circonda. L'uomo spesso distrugge animali,piante ed ecosistema per un progetto tecnologico qualsiasi senza pensare che la tecnica contentuta in quel progetto è infinitamente più semplice e primitiva rispetto a quella che la natura stessa ha intrisicamente entro il suo essere ed entro il suo divenire.
In fondo la soluzione che propongo definita "capitalismo vincolato" è pure banale se si pensa che noi essere umani siamo entità con dei vincoli di "funzionamento" e quindi non è pensabile adoperare un sistema non vincolato che li governi se le sue parti costituenti hanno vincoli. Non vi pare?
Quello che è necessario fare a livello politico è inanzitutto rallentare lo sviluppo dei paesi emergenti per fare in modo che , loro si adeguino alle metodologie di produzioni e alle protezioni sociali dei paesi occidentali (quantomeno) , e noi paesi ricchi di adeguarsi alle invitabili ripecussioni che i cambiamenti porterenno con sè .
Quello che è necessario fare a livello politico è inanzitutto rallentare lo sviluppo dei paesi emergenti per fare in modo che , loro si adeguino alle metodologie di produzioni e alle protezioni sociali dei paesi occidentali (quantomeno) , e noi paesi ricchi di adeguarsi alle invitabili ripecussioni che i cambiamenti porterenno con sè .
Inoltre ciò è importante anche da un punto di vista ambientale e sociale perchè un sviluppo più lento di quei paesi che hanno in atto un boom economico senza pari darà il tempo a quelle società di svilupparsi non solo economicamente ma anche legislativamente e civilmente in modo adeguato evitando, almeno in parte, sicuri disatri ecologici ed possibili "insofferenze sociali" dovute a moti operaii simili a quelli avutesi in Italia negli anni 70' .
Successivamente è necessario creare una organizzazione sovranazionale globale che ponga i "vincoli" che tutti i paesi del mondo devono seguire. E' ovvio che sanzioni generiche non siano sufficienti per regolamentare il sistema. E' necessario introdurre un meccanismo di controllo dei flussi delle merci che impedisca l' ingresso di merci non conformi nel circuito regolamentato. La conformità delle merci non riguarda solo il prodotto in quanto tale ma anche in che modo è stato prodotto: se una azienda non segue le leggi internazionali sia in merito ai metodi di produzione sia in merito alle norme del lavoro del personale adetto, operaio(compreso i salari) sara' esclusa dal circuito internazionale (e nazionale altrimenti sanzioni pure al paese ospite) fintantochè non si adeguerà alle norme vigenti.
Esisterà quindi un controllo che permetterà alle aziende di trarre profitti sotto determinati vincoli globali.
Si dovranno,inoltre,introdurre tasse , viste come costo aggiuntivo per la produzione della merce, per quei settori industriali in cui il costo di mercato delle merce con tiene conto di costi sociali,ecologici,... aggiuntivi rilevanti.
La civiltà umana raggiungerà una fase storica in cui le popolazioni umane tutte avranno uno sviluppo sociale e tecnologico unico e uniforme. Sarà allora necessario costituire forme di governo gerarchiche.Gli apici del comando dovranno essere di tipo tecnocratico e scientifico per garantire una risposta adeguata rispetto alle conoscenze della civiltà di quel momento.
Si puo' immaginare un parlamento diviso in molteplici settori nei quali ognuno sia specializzato nel legiferare in un determinato ambito della realtà.
Questo descritto,pero', è solo uno dei possibili mondi che potrenno concretizzarsi in futuro. Le cose sono tutte da decidersi ancora...
Ovviamente non credo che la borghesia si lascierà "domare" così facilmente! E' necessario far prendere consapevolezza a tutto il mondo dello stato delle cose e iniziare sin da subito a lottare perche' il capitalismo globale non diventi sfruttamento globale, e la società una giungla selvaggia.
Ci aspetta un futuro difficile...
Successivamente è necessario creare una organizzazione sovranazionale globale che ponga i "vincoli" che tutti i paesi del mondo devono seguire. E' ovvio che sanzioni generiche non siano sufficienti per regolamentare il sistema. E' necessario introdurre un meccanismo di controllo dei flussi delle merci che impedisca l' ingresso di merci non conformi nel circuito regolamentato. La conformità delle merci non riguarda solo il prodotto in quanto tale ma anche in che modo è stato prodotto: se una azienda non segue le leggi internazionali sia in merito ai metodi di produzione sia in merito alle norme del lavoro del personale adetto, operaio(compreso i salari) sara' esclusa dal circuito internazionale (e nazionale altrimenti sanzioni pure al paese ospite) fintantochè non si adeguerà alle norme vigenti.
Esisterà quindi un controllo che permetterà alle aziende di trarre profitti sotto determinati vincoli globali.
Si dovranno,inoltre,introdurre tasse , viste come costo aggiuntivo per la produzione della merce, per quei settori industriali in cui il costo di mercato delle merce con tiene conto di costi sociali,ecologici,... aggiuntivi rilevanti.
La civiltà umana raggiungerà una fase storica in cui le popolazioni umane tutte avranno uno sviluppo sociale e tecnologico unico e uniforme. Sarà allora necessario costituire forme di governo gerarchiche.Gli apici del comando dovranno essere di tipo tecnocratico e scientifico per garantire una risposta adeguata rispetto alle conoscenze della civiltà di quel momento.
Si puo' immaginare un parlamento diviso in molteplici settori nei quali ognuno sia specializzato nel legiferare in un determinato ambito della realtà.
Questo descritto,pero', è solo uno dei possibili mondi che potrenno concretizzarsi in futuro. Le cose sono tutte da decidersi ancora...
Ovviamente non credo che la borghesia si lascierà "domare" così facilmente! E' necessario far prendere consapevolezza a tutto il mondo dello stato delle cose e iniziare sin da subito a lottare perche' il capitalismo globale non diventi sfruttamento globale, e la società una giungla selvaggia.
Ci aspetta un futuro difficile...
Etichette: Capitalismo vincolato, Società