sabato, giugno 21, 2014

Perche infocrazia e capistalismo vincolato?

Quando hai cultura e un minimo di intelligenza e logica hai veramente gli strumenti che ti permettono umilmente di navigare liberamente tra le realta' fisiche e metafisiche della vita ... veramente puoi trasformare l'impensabile in realizzabile. Siamo cosi' potenti se vogliamo nella forza del nostro pensiero , ma siamo anche cosi' fragili nella nostra fisicita', basta un soffio e tutto si perde nel vuoto. E' un vero peccato che l'essere umano perde la stragrande maggioranza del suo tempo e delle sue energie per curare la parti fragile e misere della propria esistenza, dimenticando cio' che veramente lo caratterizza e lo distingue dal resto degli esseri viventi,dimenticando quando il suo pensiero, potrebbe essere applicato per innegiare alla sua forza creativa e di modellazione della realta'. Lasciare o meglio costringere i popoli a rimanere nella penuria e nell'ignoranza è un modo criminale,abominevole per lasciare milioni di menti e potenzialita' nell'impossibilita' di agire sfruttando le debolezze fisiche dell' essere umano. La nostra civilta' potrebbe progredire con un fattore 1000,e rimane a progredire con un fattore 0.4... per l'egoismo senza limiti di pochi che nella storia hanno deciso, da sempre, che la storia dell'essere umano deve essere al servizio loro e non per mostrare a noi essere umani cosa potremmo fare se unissimo tutti insieme le nostre menti per costruire un bene migliore. Il paradiso è di questa terra se solo volessimo..., ma l'egoismo umano di pochi,potenti solo nell'opportunismo e nella ignoranza cieca, non c'e' l' mai mai fatto nemmeno sognare. Basti porsi , ad esempio di cio' , la domanda sul perche' il capistalismo si è basato sull'economia della carenza e non dell'abbondanza? La domanda successiva che viene da porsi è : ma chi messo a comandare si comporterebbe diversamente , dai tanti che fino ad ora si sono avvicendati nel potere ? Bhe la risposta è nessuno. La prevalenza di questa caretteristica umana porterebbe sempre a prevalere l'istinto egoistico. Perche' a fianco della nostra grande capacita' di pensiero , c'e' ne una piu' grande ... la nostra capacita' di vedere sopra ogni cosa , il nostro ego e la massimizzazione delle nostre condizioni di vita. Essendo sopra pure del pensiero, la nostra mente lo puo' soffocare e rendere l'egoismo cieco e distruttivo di tutto cio' che lo circonda. Sono una grande autocoscienza di se' ,in quanto tali, assieme ad cultura libera di influenze innestate fin da da piccoli e spiccata forza morale e logica potrebbe forse elevare l'uomo da queste forze negative e autodistruttive socialmente. Purtroppo tutto cio' entra in un circolo vizioso da cui è possible uscirne. Da tutto cio' si deduce in ultima analisi che la gestione dei governi dei popoli non puo' essere lasciata ad una elite o ad una persona sola. Non ci sara' mai un reale progresso delle civilta' finche' i governi dei popoli saranno gestiti in questi modi per i motivi sopra elencati. L'unica soluzione è partizionare il potere di decisione un modo distruibuito. In tal modo la volonta' egoistica' degli esseri umani sara' sistematicamente bilanciata. Purtroppo fino a pochi decenni fa' , non era possibile rendere realizzabile tale gestione evoluta delle politiche sociali e civili, la ora la tecnologia ci permette di farlo. Ora abbiamo gli strumenti per evolvere la nostra civilta'. Ora la civilta' deve solo trovare chi ha il coraggio di rendere il modello , realta' e poi faccia capire ai popoli ... gli enormi benefici prodotti da quella rivoluzione epocale. Il capitalismo vincolato e l'infocrazia sono le chiavi di volta per cambiare la storia della civilta' e dargli una chance di evitare l'autodistruzione del pianeta.

lunedì, dicembre 23, 2013

Uscita dall'Euro ?? E' possibile? 

Molti in Italia vorrebbero uscire dall'Euro. Se ne parla, se ne discute,...ma c'e sempre un problema in sospeso.
Uscendo dall' euro si avrebbe  sicuramente una svalutazione forte della moneta sin da subito e si protrarra' nel corso dei primi anni sicuramente. Poi o rimane cosi' o riprende valore lentamente... Nel corso degli anni si stabilizzera' il suo valore  ma come arrivarci senza morire prima :) ? La svalutazione porterebbe si a dei vantaggi nelle esportazioni ma anche problemi nelle importazioni.
La mia ricetta che avevo suggerito in un precedente articolo era quella di dare un forte inpulso allo sviluppo delle aziende del terziario perche' sono le uniche che hanno poco bisogno di importare merce. Inoltre in un periodo di globalizzazione e per come è strutturata l'economia italiana (senza grosse multinazionali) è la soluzione che meglio permette di competere con il resto del mondo.
E' evidente, comunque, che dal momento che non viviamo di soli servizi di terziario , saremmo in ogni caso svantaggiati nell' acquisto di merci primarie.
Il problema, comunque , non è incolmabile a mio avviso. Nel suo complesso l'Italia potrebbe sostenere questa differenza se solo lo Stato italiano avesse un livello di tassazione simile a quello inglese. La differenza è cosi' abissale che questi problemini sarebbero .. acqua fresca per la nostra economia :) E' necessario quindi riformare lo Stato in modo profondo, prima di uscire dall'euro. In merito a cio' io avevo gia suggerito un metodo praticamente infallibile ... ne parlai gia' in qualche forum tempo fa.... in ogni caso è un altro argomento da affrontare in un altro articolo.
Cio' che è piu grave pero' è il problema delle banche. Voi dite .. e chi se ne frega delle banche?
Bhe, ci andiamo di mezzo tutti noi o quasi .... tutti coloro che hanno un mutuo bancario,inanzitutto.
Perche? perche' tutti i mutui bancari sono legati al tasso di acquisto della valuta euro dato alle banche ... se noi uscissimo a seguito della svalutazione , questo provocherebbe un aumento propositato dei tassi dei mutui e quindi porterebbe alla bancarotta dei cittadini e inseguito come effetto domino della banche italiane ...
Come fare per risolvere questo problemone?
Si deve emanare una legge che obbiga a convertire tutti i mutui di cittadini e aziende italiane in modo che non siano piu legati alla moneta euro ma a fondi di capitali italiani mobili e immobili.
In pratica le banche sono costrette a investire nelle aziende italiane e sugli utili che producono e non piu' su prodotti finanziari. 
Cosi' facendo

i mutui bancari , dopo l'uscita dall'euro,  seguiranno il valore interno dell'economia  e quindi non  subiranno nessun contraccolpo.

Inoltre quelle legge avra' anche altri due effetti positivi:
1) maggiori investimenti  delle banche in Italia con immisione di capitali e liquidita' sul mercato reale.
2) miglioramento dei criteri bancari di investimento non piu' basati sulla volatilita' della finanza ma sulle aziende che producono.
3)  maggiore premiazione delle aziende sane che producono e creano utili che verranno incentivate a crescere
4) slancio delle startup con incubatori simili al modello americano

Tutta questa analisi fa capire che l'uscita dall euro è possibile ma solo con un piano politico,economico e industriale chiaro e lungimirante. Non si puo' decidere di uscire dall' euro dall'oggi al domani ... altrimenti questo porterebbe al ecatombe della nazione. La struttura economica va preparata adeguatamente per il mutamento forte della economia e di tutto cio' che ne consegue...

domenica, maggio 12, 2013

CAPITALISMO VINCOLATO ED ECONOMIA DELL'ABBONDANZA

Il capitalismo vincolato, per sua definizione, è un sistema economico auto regolamentato da un sistema esterno e indipendente, di natura informatica, che gestisce le logiche secondo cui il sistema economico si basa, defininendo i criteri, i principi fondanti e le modalita' per la sua evoluzione stessa. Non esiste nessun elemento della communità che possa definire liberamente, regolamentazioni e limitazioni , ma tutto è auto definito secondo un criterio elettivo, meritocratico, autoadattativo: lo scopo principale di tale sistema è ottimizzazione di tutti i parametri di valutazione del sistema monitorante nel suo complesso (economico,sociale,umano,globale,biologico).
Per sua definizione, quindi è un sistema che impone una selezione e selettività  autoguidata  degli attori operanti nel sistema monitotorante finalizzata al bene del sistema complessivo: piu' propriamente , quindi, il capitalismo vincolato  rappresenta il sottosistema del sistema globale umano colletivo e comunitario che rappresenta le regole, le definizioni del sistema economico su cui si muove il sistema economico della collettività. Il capitaslismo vincolato è quindi un formata mutata di capitaslimo non piu' libero  in assoluto ma guidato e vincolato da un sistema super partes che pone i contorni in cui il sistema dinamico economico puo' agire. 
Il sistema economico di riferimento, quindi, non ha piu' necessita di basarsi nei principi fondanti dell' economia della scarsità per imporre una selezione naturale ed una dinamica evolutiva economica e sociale. Il denaro rappresenta non solo un mero strumento di misura della operosità degli attori operanti nella comunità per il mero sottosistema economico ma anche il sistema globale. Il sistema  monetario  quindi deve essere un sistema sovrano ma autogovernato non dal sottosistema economico ma dal sistema globale padre di tutto: la moneta è quindi prodotta e immessa nella comunità per far operare la stessa nel bene della intera società (non solo del sottosistema economico). Il sistema nel suo sistema non deve mai porsi nella condizione di porre scarsita' al denaro fruibile dalla collettivi, ma deve essere ridistribuito in modo da premiare l'operosità, il merito e il fine
 

domenica, febbraio 10, 2013

Uomo e Donna come Sistema

Uomo e Donna come sistema

Uomo e la donna si competano insieme. Questo lo si sa da sempre, ma perche? se dovessimo analizzare uomo e la donna come due entità logiche , due sistemi  che si muovono e interagiscono nel sistema universo cosa le contraddistinque? perche' l'una ha bisogno dell' altra?

Le motivazioni sono profonde e sono state smussate nei millenni dalla natura al fine di creare un sistema dinamico che si possa muovere nella realta' in continuo mutamente sapendosi adattare ma nello stesso tempo mantenendo un equilibrio interno che non fosse autodistruttivo o di annichilimento anche nelle situazioni piu' difficili. 

La donna per la sua forma mentis , congenitamente plasmata , risulta un sistema atto ad protegggere la propria stabilita e protesa a mantenere la stabilità dello stato in cui si trova. L'uomo, invece, è stato congenuiato dalla natura per risponde all'essere nella sua dinamicità , ottimizzando tutte le strutture cognitive che le permettesse di agire nel sistema esterno in modo puntuale quando vi è la necessità. 
L'unione di questi due sistema da a livello logico il sistema piu' perfetto: un sistema che sa muoversi con prontezza e decisione nelle situazioni di cambiamento , ma tenendo presente una strada che tenta a conservare il piu' possibile , il proprio stato precedente e l'equilibio esistente. In poco parole unione dei due garantisce al nucleo di sapersi muovere in una realta' dinamica preservando il proprio essere nucleo e la prole.
Come si ripercuote questo a livello biomorfologico? La donna dimostra avere un cervello con un livello di interconnessioni associative molto piu' elevate del maschio: e queste associazioni sono in percentuale piu' addensate tra la zona del linguaggio e del pensiero e la zona della memoria: questa conformazione rende la mente molto reattiva nel fornire una associazione in formato di snapshot di cio' che si conosce. Fornisce cio' una rappresentazione pronta , veloce e puntale ma molto estesa di tutta la conoscenza presente in pochi passi di elaborazione , proprio perche' si sfrutta la densa rete associativa. Questo evidentemente va proprio incontro a cio' che si evidenzia inizalmente perche' permette di evidenziare prontamente lo stato dell'essere , as is, ma in tutta la sua estesa complessita' parametrica. 
Nell' uomo, invece, sono molto piu' sviluppate le zone corticali legate alla analisi profonda dei problemi , alla immaginazione e alla proiezione geo-spaziale: questo  evidentemente favorisce notevolmente la elaborazione profonda di problemi specifici , necessari per poter agire in un sistema esterno, in cui non si sa bene come esso sia ora e sopratutto come sara' nel tempo. Solo una analisi profonda del sistema esterno potra' suggerire le meglio risposte dell'uomo al sistema esterno. 

 
 

martedì, dicembre 18, 2012

Capitalismo Vincolato

CAPITALISMO VINCOLATO 
 sintesi

Come presentato, in altri articoli precedenti già dal lontano 2006 in questo blog (e ancora prima in altri blog), il capitalismo vincolato introduce un concetto nuovo e rivoluzionario : infocrazia al posto della democrazia
Tale sistema si basa sull' applicazione del metodo scientifico alla governabilità di un sistema polico-sociale in tutte le sue forme: dalla formulazione delle leggi, alla regolamentazione , alla votazione di esponenti umani (o enti , ecc. ) per affidare cariche sociali o comunitarie. In tale sistema non è piu' necessario introdurre sistemi policiti semplificati come il bipolarismo o il presidenzialismo ... per garantire la governabilità del sistema politico. Il sistema è gestito da un sistema informatico che ha l'incarico di definire la singola decisione sulla base della classe votante. Non esistono piu' partiti ma al massimo movimenti portavoci di idee o soluzioni che possono proporre alla classe votante. Non esiste piu' nemmeno il concetto di classe votante come è nel sistema democratico in cui la classe votante corrisponde sempre e comunque con il popolo tutto o il parlamento. Il sistema è molto piu' dinamico e complesso e si basa sul concetto di definizione della classe votante e della categoria di appartenenza dell'oggetto della votazione. Questo sistema permette di aggregare la popolazione in classi di voto molteplici sulla base delle sue competente universalmente riconosciute dalla societa': sulla base di queste sara' possibile accedere al voto di specifiche tematiche
Anche la formulazione delle leggi sara' definita da algoritmi piu' o meno complessi che una volta definiti saranno inequivolmente univoci per tutti i cittadini. Inoltre l'idea di proprietà privata e capitale è stata rivista come spiegato in un precedente articolo al fine di vedere come bene primario sempre e comunque non il sistema stesso in quanto tale ma la biosfera in cui viviamo, gli essere viventi in essa presenti, e i diritti morali ed etici dei esseri umani. Inoltre il concetto di capitale è definito in modo che non sia ereditabile per infinite generazioni e solo una quota minima definibile sulla base di sistemi infocratici puo' essere usufruibile dal titolare per i suoi usi personali ( proporzionale al margine societario con limite superiore ) , il resto deve essere o reinvestito in aumento di capitale o ridistribuito tra il personale che partecipa alla produzione del margine societario in modo equo.Inoltre l'assunzione di una persona come dipendente a tempo indeterminato dovrebbe presupporre dei vincoli di garanzia di capitale della azienda a copertura dello stipendio annuo: il capitale  sociale minimo di una azienda deve essere pari alla somma dei RAL di tutti i dipendenti a tempo indeterminato.

 

  


Etichette:

sabato, aprile 07, 2007

Aggiunta teorica al capitalismo vincolato

Si deve imporre un ulteriore vincolo sul massimo profitto che un capitalista puo' ottenere: il restante del profitto deve essere ridistribuito tra i salariati che lavorano nella società commerciale che ha dato suddetto profitto se non viene reinvestito in azienda per beni materiali, servizi o innovazione tecnologica .

Etichette:

Il proletariato di oggi


Con il termine proletariato si intende comunenmente quella parte della popolazione che povera e indiginte non possiede altro che la propria prole. La prole,infatti, un tempo era l'unica cosa che non distingueva una classe sociale dall'altra perchè anche i più poveri potevano in qualche modo sfamare i propri figli facendoli lavorare duramente fin da fanciulli nei campi o in altre realtà semplici. La semplicità della vita di allora, se pur durissima, accumunava molta parte della società.

Fino a pochi decenni fa tale parola corrispondeva ad una realtà di fatto ma oggi si può dire la stessa cosa?

Ora la società è organizzata e competitiva in ogni ambito: sopravivvere con semplici mezzi non è più possibile perche' quei lavori di un tempo svolti in modo autonomo dal singolo sono ora svolti da aziende che possono offrire al mercato gli stessi prodotti (spesso pure prodotti migliori di un tempo) a costi inferiori. La società si è evoluta ponendo al centro di essa le organizzazioni commerciali e non più il singolo uomo. Tale fenomeno sociale legato al processo di industrializzazione ha aumentato il tenore medio di vita della popolazione a danno,pero, di altri che sono rimasti indigenti e senza più neppure quelle possibilita' di soppravivenza presenti un tempo nell' artigianato e nell'agricoltura. Ora chi è povero si trova in uno stato sociale differente dalla maggioranza e difficilmente può trovare una strada percorribile per uscire da quella situazione.

Le organizzazioni commerciali hanno fatto si' che la offerta di prodotti nel mercato fosse sempre più diversificata e complessa: la domanda a sua volta a seguito questo trend portando inevitabilmente a modi di vita assolutamente differenti da un tempo. Questo gap tra il modo di vivere di oggi ripetto a quello di un tempo è legato solo alla possibilità di possedere oggetti materiali e mezzi che la società stessa produce. E' banale intuire che in questo stato delle cose si p crei un circolo vizioso che produca da un lato un aumento del gap sopracitato nel tempo e da un altro lato una sempre più evidente disparità nei modi di vivere di chi è povero da chi è ricco.

Vivere al giorno d'oggi è diventato sempre più alienante: la maggior parete della giornata è occupata a lavorare in una azienda come salariato mentre il resto del tempo è occupato a comperare o a consumare quei prodotti che mantengono il nostro tenore di vita tale.

Tutto è diventato un bene materiale pure la prole. Tale situazione inevitabilmente ha cambiato anche il valore che oggi si può dare al termine proletariato. Chi ha prole oggi deve poter assicurare,per lo meno, il medesimo tenore di vita ai propri figli dal momento che il livello medio di vita non solo tende ad elevarsi sempre più ma rappresenta quel sopracitato gap che fa la differenza tra chi vive entro il sistema della società di oggi evoluta e chi ne è fuori, i derelitti.

Oggi il proletariato non è rappresentato più da chi ha solo la prole perchè non puo' avere altro bene ma bensi' l'opposto: da chi puo' possedere molti beni e quindi può possedere pure la prole.






Etichette:

venerdì, dicembre 29, 2006

Dubbi sul sistema previdenziale attuale


Alla tv si sente spesso parlare del fatto che le giovani generazioni avranno in vecchiaia una pensione corrispondente ai contributi versati... ma cio' che non si sente dire è che le pensioni per tutti saranno da fame . Si parla di fondi di previdenza integrativa come se fosse manna dal cielo,l'unica soluzione possibile e risolubile della previdenza sociale per le giovani generazioni .

Io ho l'impressione che tale soluzione proposta da ampie parti della società sia del tutto insufficiente e denoti una visione miope per il futuro dell'Italia.
In primo luogo, nel proporre la soluzione sopra esposta, non si tiene conto del fatto che il rendimento medio del denaro si è abbassato di molto negli ultimi decenni e probabilmente nel futuro tenderà ad abbassarsi ancora. Inoltre i contributi che un cittadino medio verserà in un anno al Inps diminuiranno sempre più sia per l'emergere di forme contrattuali sempre più precarie sia perche' le tendenze macroeconomiche impongono che in futuro ogni cittadino possa incorrere sempre più spesso in periodi di disoccupazione e che aumentino il numero dei disoccupati totali. Inoltre i salari saranno sempre più bassi e aderenti al mero fabbisogno personale. E' probabile che la economia europea e ancora di più quella italiana (per motivi strutturali) subirà nel corso degli anni futuri una flessione sempre più significativa per l'emergere, in modo sempre più vigoroso, dell'economia asiatica la quale assorbirà la maggior parte dei bisogni mondiali.
Io non sono esperto di matematica finanziaria, ma ho provato lo stesso a fare due conti per capire quanto renda versare mensilmente una cifra x per un numero di n anni con un tasso di interesse annuo p e inflazione (presupposto costante nelgi n anni) f.
Ho ricavato questa formula per calcolare la pensione mensile che avro' dopo n anni:

m=x*( (p+1)^(n+1) -1)/(p*n)

Tale valore pero' avra' un valore reale minore a causa dell'inflazione , per cui

r= m/ ((f+1)^n)

Se pongo p= 4% ,f=3% , n=35 si arriva a percepire una pensione r (valore reale) inferiore a x.
Se invece considero il fatto che la rata mensile x versata sul fondo pensionistico ogni anno aumenti in base all'inflazione f, si arriva a calcolare una differente formula:

w = x*((f+1)^n)*(((p+1)/(f+1))^(n+1)-1)/((p-f)*n/(f+1))

ove w è la pensione mensile percepita dopo n anni considerando il suo valore equivalente dopo n anni di inflazione.
Se pongo p= 4% ,f=3% , n=35 si arriva a percepire una pensione w(valore reale) di poco superiore ad x: per valori di x intorno ai 100 euro si arriva attorno ai 130 euro.
Ho dato una occhiata pure ai coefficienti equivalenti che danno le Poste Italiane e altri enti bancari sono simili a quelli calcolati, anzi a dire il vero leggermente inferiori perchè vi sono presenti pure dei costi di mantenimento e gestione del fondo.
In ogni caso si arriva a mio parere ad un unica conclusione .... la pensione integrativa è di misera entità e non potrà in alcun modo soddisfare i fabbisogni primari di un cittadino medio, nè tanto meno integrare in modo soddisfacente una già miserissima pensione statale.
Tali osservazioni mi portano ad essere ancora più convinto di una mia vecchia convinzione : bisogna ripensare al siginificato di pensione di anzianità. La pensione dello stato serve per garantire un livello di sussistenza minimo di quelle persone che ,dimostratasi incapaci di lavorare perchè vecchi (o disabili o malati di mente), non giungano a percepire autonamente uno guadagno lordo superiore al livello minimo di sussistenza ne' possiedano beni immobili che possano vendere ne rendite finanziarie tali da poter vivere autonomamente. Dal momento che ognuno di noi può trovarsi sfortunatamente in quella situazione è giusto che la collettività si faccia carico di questo onere sociale per ridistribuire una parte delle proprie ricchezze a chi ne ha bisogno.
E' giusto quindi che debba percepire una pensione statale solo chi ne ha bisogno e non tutti indistintamente come è ora. Non ha senso dare una pensione a ricchi industriali che possono vivere di rendita. Ne' ha senso dare una pensione ad uno che ha investito tutti i suoi ingenti capitali in beni immobili ma non risulta avere nessuna liquidità.
Solo in questo modo, a mio avviso, si potrà garantire una vecchiaia decorosa a tutti noi giovani: l'unico fattore moltiplicatore delle pensioni non può che derivare dalla giustizia sociale. E' unutile illudersi che innalzando l'età pensionistica , i contributi e introducendo pensioni integrative si risolva il problema delle pensioni per le giovani generazioni perchè tutte queste soluzioni soffrono di un medesimo problema : il basso rendimento del denaro accumulato nei fondi non è sufficiente a garantire una vita dignitosa ad un essere umano che non è più capace di ottenerlo autonomamente.

Etichette: ,

© 2005- - tutti i diritti riservati
Statistiche web e counter web